Spesso la fine di un ciclo diventa l’inizio di un altro
E’ con questo spirito che abbiamo dato il nome a questa pagina che si propone di raccogliere i più svariati argomenti: racconti, poesie, ricette vecchissime a rischio di estinzione, iniziative e tutto ciò che ci salta in mente!
"Non trascurate, perciò, il finir di ogni cosa
Perché è dalla terra che nasce la rosa
è da un vecchio amore che sboccerà uno nuovo
e perché dopo un insuccesso...sicuramente riprovo!"
Ps. Per questa sezione sono possibili i commenti dei lettori!
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Oschiri 04.04.2012: oggi racconto
La penicillina
Quando ero piccola soffrivo spesso di problemi alle tonsille che mi avevano causato un soffio al cuore e prima di ricorrere all’operazione, il nostro medico di famiglia, Dr. Sechi, provò a farmi passare le frequenti infiammazioni con le iniezioni di penicillina.
Capivo subito cosa mi aspettava da come il Dr. Sechi chiamava mamma in disparte e a bassa voce confabulava contro di me che con “orijas de polcu suldu”* cercavo di ascoltare tutto il possibile bisbiglìo.
Che terrore quando sentivo : Cuore, prevenire, punture, intervento, Sassari.
Bollitore sterilizzatore con siringa in vetro anni '70 |
Si, punture , iniezioni, introduzioni nella mia infantile chiappa di una sostanza capace di strapparmi il muscolo e attorcigliarmelo fino alla caviglia con una durata del dolore che andava dal quarto ora alla mezzora.
Andato via il medico, mamma si recava in farmacia ( e lestra!!**) a comprare le fiale mentre io chiusa nel braccio della morte contavo le ore che mi mancavano per l’inizio della terapia. La mattina seguente il verdetto, mia mamma seguita da tutte e tre le mie zie venivano a prendermi e capivo che sarebbe stato difficile sfuggire ad un destino già segnato ma …ma ce la mettevo tutta perché il team dei boia non avesse vita facile.
Col pigiama rosa di mollettone a disegni di orsacchiotti, fatto in casa naturalmente, saltavo dal letto che non era neanche così basso e poi con balzo felino ci risalivo mentre il boia 1 cercava di bloccarmi su un lato del letto . A quel punto saltavo sul letto di mia sorella e da quella parte cercava di raggiungermi il boia 2 supportato dal boia 3. Poi cercavo di confonderli saltando dai piedi alla testa del letto dove tentava di agguantarmi il boia 4 . E quando il boia pensava di avermi catturato mettevo in atto la tattica n.2 “il vinto”, cercando di convincerlo che mi ero arresa e rassegnata: -Va bene, va bene, adesso la faccio, solo un attimo e poi mi corico. Era proprio in quel momento che allentava la presa e quale migliore occasione per sguizzare via da un’altra parte del letto sguarnita dagli altri boia convinti ( poveri ingenui!!!) che avessero ormai già raggiunto l’obiettivo. E tutto questo si ripeteva per svariati minuti il tutto innaffiato con sentimenti di odio e rabbia finchè “rujia che puddu”***, sudata e incollata a quel pigiama di mollettone che non riusciva più a seguire i miei movimenti e mi impacciava ad ogni salto mi rassegnavo veramente e distrutta mi buttavo sul letto e “obtorto gluteo” accettavo di iniziare la cura.
Gli stadi del superamento di un trauma sono molto ben spiegati in un libro di Isabelle Filliozat dal titolo “Il quoziente emotivo” . Ogni trauma, spiega, ha un percorso che mira alla risoluzione dello stesso e che è molto simile per ogni persona liberando, così, dal senso di colpa per i sentimenti che si provano in quelle situazioni. (almeno a me è successo!) E in quel rifiuto iniziale, in quella rabbia e in quella finale accettazione ho riconosciuto, a distanza di tempo, tutti i passaggi descritti nel libro e che la vita ci fa attraversare a fronte di situazioni ben più dolorose di una ( erano almeno 15!) puntura di penicillina!
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